lunedì 25 settembre 2017

QUEENS OF THE STONE AGE: Villains (Review)

STONER
Era attesissimo al varco il nuovo album dei Queens of the Stone Age. Like Clockwork aveva subito lo stress di una gestazione infinita risultando un buon album si, ma per quanto mi riguarda, non ai livelli di un eccellente passato che aveva conosciuto solo in Era Vulgaris l'unico passo falso di una carriera trionfante in cui Josh Homme è riuscito nell’arduo compito di imbrigliare le asperità dello Stoner Kyussiano portandole alla fruizione delle grandi masse.
Anticipato dal singolo The Way You Used to Do e dopo quattro lunghi anni dal suo fortunato predecessore, arriva Villains, prodotto da Mark Ronson, un profilo non propriamente Rock oriented viste le sue collaborazioni con Lady Gaga ed Amy Winhouse su tutte. Insomma la curiosità almeno per me era tantissima, soprattutto perché il singolo di cui vi parlavo poc'anzi non mi aveva fatto gridare al miracolo di primo impatto, giudizio che ho in parte cambiato, valutando la canzone inserita nel contesto di un album che continua a muovere la creatura di Homme verso lidi sempre diversi ma facendo rimanere le unghie dei nostri ben salde nei confini di quei trademark che hanno reso famosa la band in tutto il mondo.
Diversi gli aneddoti che hanno accompagnato l'arrivo dell'album sugli scaffali, dai simpatici video postati dalla band sul sito dedicato, ai racconti del vicino di casa Dave Grohl (che stavolta non ha partecipato all'album) intento a registrare nello studio accando il nuovo ottimo album dei Foo Fighters, Concrete and Gold. 
Ma veniamo a Villains, un disco in cui l'andatura sbilenca delle chitarre si fa ancora più frammentata favorendo quel ritmo spigoloso che ti entra subito in testa e che ti fa venire voglia di muoverti e di battere il piede. Lo Stoner rimane nelle corde dei nostri, ma parlare di Stoner può essere fuorviante oramai, la musica degli americani si prostra a squarci Garage di natura acida (Head Like a Haunted House), si sentono interessantissimi inserti di tastiera che donano un flavour quasi ottantiano in alcuni passaggi. Ci sono reminiscenze settantiane come nella splendida The Evil Has Landed, ci sono anche mezzi passi falsi come nelle canzoni più intime Fortress e Villains of Circumstance, poco incisive a differenza dell’ottima Hideway, ci sono anche richiami al passato (Un-Reborn Again), e ottimi esempi di Rock moderno (la titletrack e Domesticated Animals).
Tirando le somme siamo al cospetto di un buon album che riassume la voglia di Josh Homme di non rimanere fermo, ma soprattutto la voglia di non guardarsi mai troppo indietro. Villains non è un capolavoro, è leggermente superiore al suo predecessore ma è piuttosto un disco di transizione, suonato ottimamente ma dove manca sempre il guizzo alla The Lost Art of Keeping a Secret, alla No One Knows o alla Everybody Knows That You Are Insane tanto per intenderci. Un buon album come vi dicevo poc'anzi, ma era lecito aspettarsi di più.


TRACKLIST:
01. Feet don't Fail Me Now
02. The Way You Used to Do
03. Domesticated Animals
04. Fortress
05. Head Like a Haunted House
06. Un-Reborn Again
07. Hideway
08. The Evil Has Landed
09. Villains of Circumstance

INFO:
ANNO: 2017
LABEL: Matador
WEB: Website

QUEENS OF THE STONE AGE: THE EVIL HAS LANDED

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