HEAVY STONER |
Esiste una terminologia ben definita nell’universo stoner, un vocabolario collaudato da cui potheads di tutto il globo attingono per dare un nome al loro progetto musicale e un titolo ai loro lavori. Ci siamo cascati tutti più di una volta: appena leggiamo sulle copertine di dischi certe parole-chiave scatta un riflesso pavloviano che stimola la nostra curiosità, come se i rimandi a un immaginario prestabilito fossero una garanzia di qualità in grado di soddisfare i nostri bisogni e desideri.
Il vademecum per il perfetto musicista stoner comprende le seguenti categorie:
Il vademecum per il perfetto musicista stoner comprende le seguenti categorie:
- La droga
- Witches e goats di di tutti i generi, razze, luoghi
- Witches e goats di di tutti i generi, razze, luoghi
- Altri animali assortiti, con speciale predilezione per i pachidermi
- Spazio e derivati (Cosmic, galaxy, voyage, cosmonauts, comets, planets)
- Luoghi mortiferi (Graveyards, crypts, churches, temples)
- Personaggi fantastici di gioco di ruolo (Wizards, giants, magus, trolls, goblins, etc)
- Gradi di parentela (Uncles, mothers, etc.)
Tutta questa inutile premessa per dire che la combo "nome della band/titolo del disco" in questo caso raggiunge un coefficiente di curiosità abbastanza significativo anche prima dell’ascolto dei sette brani che compongono l'album. I quattro heavy rocker di Savona confermano abbondantemente le aspettative grazie a una proposta musicale di indubbio spessore. Tutto suona perfettamente, tutto è esattamente dove dovrebbe trovarsi in un disco stoner metal: riff monolitici, cantato in inglese corrosivo, cambi di tempo, assoli ben assestati, un approccio rude e rabbioso. La prima parte di Cosmic Blues trasuda dedizione verso la causa e dimostra le indubbie capacità tecniche della band, ma allo stesso tempo lascia trasparire il bisogno di adesione a un canone perfettamente incastonato nell’immaginario citato all’inizio della recensione. Spesso nella svolta verso la ricerca di una maturità artistica c’è il rischio di incappare nell’effetto opposto: si perdono di vista l’identità e le sfumature che avevano contribuito a definire il proprio sound e ci si inabissa nell’emulazione senza alcun valore aggiunto. In brani come Helter Skelter (non è una cover) o nell'ancora più vibrante singolo Walking Dead sto ascoltando esattamente quello che mi era stato promesso dalla copertina del disco, né più né meno. Ed è un peccato, perché i Black Elephant con i precedenti lavori avevano dimostrato di avere sia l'ambizione che soprattutto una spiccata attitudine che permetteva loro di essere un unicum nel panorama rock/metal underground nazionale. Dove sono finiti gli adorabili cazzoni di Bifolchi Inside e di Spaghetti Cowboys? Quelli che ci hanno regalato mitragliate punk’n’roll con testi surreali in italiano e tenevano alto il paradossale e intrigante vessillo thrash-stoner con orgoglio e ignoranza? Cosmic Blues suona maledettamente serio e convenzionale proprio in quei pezzi che definiscono lo scarto tra l’abiura del passato e la velleità cosmopolita del presente, mentre gli highlights del disco sono proprio gli unici due brani cantati in italiano: la lugubre marcia sabbathiana Baby Eroina e il conclusivo, stratosferico epilogo di Inno. Lungi da me evocare spettri patriottici o nazionalistici, soprattutto in un periodo come quello in cui stiamo vivendo. Ma in ambito strettamente musicale incorporare o mantenere un tocco di personalità, anche usando il cantato nella lingua madre, aiuta ad arginare un appiattimento concettuale e artistico che sfocia nel pericoloso calderone dello stoner meme generator (esiste, l’ho provato, non fa nemmeno ridere). Cosmic Blues è un disco musicalmente compiuto che attesta la piena maturità dei Black Elephant nella creazione di architetture strumentali di prim’ordine. Manca ancora quel quid in più per alzare l’asticella e fare la differenza. Con un approccio meno subordinato ai grandi del genere e il recupero di peculiarità già sperimentate in passato potrebbero diventare la next big thing italiana esportabile nel mondo.
TRACKLIST:
- Cosmic Soul
- Helter Skelter
- Chase Me
- Walking Dead
- Baby Eroina
- Cosmic Blues For Solitary Moose
- Inno
INFO:
ANNO: 2018
LABEL: Small Stone Recordings
WEB: Bandcamp
BLACK ELEPHANT - WALKING DEAD