mercoledì 19 settembre 2018

YAWNING MAN: The Revolt Against Tired Noises (Review)

STONER ROCK/DESERT ROCK
Una vita al servizio della musica, tra jam lisergiche nei leggendari “generator parties” di Palm Desert e collaborazioni illustri: se c’è un vero uomo del deserto, egli non può che rispondere al nome di Mario Lalli.
Il quale, imperturbabile e tenace come un cactus della natia Coachella Valley, continua fieramente a portare alto, disco dopo disco, concerto dopo concerto, il vessillo di un genere, il desert/stoner rock, che, come si usa fare in tassonomia, potrebbe tranquillamente portare il suo nome e nessuno avrebbe nulla da ridire.

Per The Revolt Against Tired Noises (uscito per l’italianissima Heavy Psych Sounds) si torna a registrare in California, a Joshua Tree, dove praticamente tutto ha avuto inizio. E, dopo la sbornia “latineggiante” e incredibilmente evocativa del precedente Historical Graffiti (non per niente registrato in Argentina) fatta di violini, fisarmoniche e mellotron, si torna in ambiti più classici (ma non per questo meno magici) per il genere.
L’opener Black Kite potrebbe tranquillamente fungere da brano simbolo, quello che faresti ascoltare ad un neofita della band: la chitarra di Gary Arce che, soave ma decisa, disegna paesaggi immaginifici ed il basso di Mario, cuore pulsante del gruppo, a sorreggere come sempre il tutto, da consumato direttore d’orchestra quale è.
La grande novità di questo nuovo lavoro è rappresentata dalla presenza di ben due pezzi cantati, primo ed unico caso nella discografia del gruppo californiano: in Grant’s Heart la mente corre all’altra creatura di Lalli, i Fatso Jetson, mentre la presenza di Catamaran su un disco ufficiale degli Yawning Man corona finalmente il sogno di tanta gente venuta su a pane e stoner: il pezzo reso celebre dai Kyuss nel loro album di commiato ora riesce finalmente a risplendere di luce propria, smettendo i panni di cover di lusso e/o brano talmente raro da divenire leggendario. Quasi un ruggito, per gli standard dei Nostri.
Provate a chiudere gli occhi mentre ascoltate la doppietta finale Misfortune Cookies-Ghost Beach, oppure quando vi ritrovate al cospetto della lunga Skyline Pressure: potreste davvero provare la sensazione di abbandonarvi sull’arida sabbia del deserto. Ogni album, ogni brano, ogni esibizione degli Yawning Man è un’esperienza sensoriale a 360 gradi che ha davvero pochi eguali, una suggestione quasi mistica.
Da band incredibilmente seminale quale è, appare improbabile che gli Yawning Man riusciranno mai a vedersi riconosciuti tutti gli immensi meriti che apparterrebbero loro. E ti coglie la malinconia quando, ai concerti della band, vedi Mario Lalli in persona che ciondola tra il merch ed il pubblico come fosse un roadie qualsiasi, con il suo immancabile cappellino e l'aria spaesata che lo contraddistingue, e che arriva addirittura a sorprendersi quando con innocente venerazione vai a chiedergli una foto.
La personale “rivolta contro i suoni stanchi” di Mario Lalli aggiunge un nuovo tassello ad una sfolgorante ed irripetibile carriera. E siamo sicuri che l’Uomo del deserto, artista senza tempo quale è, continuerà a sfornare musica bellissima e a farci battere i cuori per tanto tempo ancora. Tenace come un cactus del deserto californiano, si diceva.



TRACKLIST:
1. Black Kite
2. Revolt Against Tired Noises
3. Skyline Pressure
4. Grant's Heart
5. Violent Lights
6. Catamaran
7. Misfortune Cookies
8. Ghost Beach

INFO:
ANNO: 2018
LABEL: Heavy Psych Sounds
WEB: Website


YAWNING MAN: CATAMARAN


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