PROGRESSIVE/POST DOOM METAL |
Ogni appassionato musicale ha quasi sempre uno o più tesori nascosti, quelle band o quei dischi sconosciuti al grande pubblico la cui conoscenza condivide soltanto con altri ascoltatori ritenuti meritevoli.
Gli Ancestors rientrano per me in uno di quei casi, sin da quando nell'ormai lontano 2009 ascoltai ancora imberbe e poco avvezzo a certe sonorità il loro secondo album Of Sound Mind, incuriosito da una recensione letta su una fanzine. Folgorato, non tardai a recuperare anche il loro disco d'esordio e da lì a poco potei anche bearmi sulle note di In Dreams and Time, uno dei miei album preferiti di sempre.
La possibilità di poter apprezzare la loro bravura anche dal vivo durante il primo Desertfest di Berlino, per quello che ricordo come uno dei live più emozionanti cui mi sia mai capitato di assistere completò la mia esperienza di fan duro e puro, suggellata dalla chiaccherata post concerto con il simpaticissimo cantante Justin, che di fatto decretò gli Ancestors come la MIA band preferita.
Da quel favoloso 2012 ad oggi la band entrò però in una fase di quasi assoluto silenzio, spezzato solo a fine 2017 dalla notizia di un nuovo capitolo in arrivo; immediatamente dopo averne prenotato la recensione ho seguito con spasmodico entusiasmo tutti i vari sviluppi (primo singolo, data d'uscita, copertina, etc.), arrivando chiaramente a preordinare l'album appena è stato possibile. Quei salti nel buio che fai solo quando sei colmo di cieca e assoluta devozione, ansioso di ripagare la TUA band per tutto ciò che ti ha donato negli anni, conscio comunque di una possibile delusione.
In sei anni ci sono ovviamente anche stati dei cambiamenti, come una formazione fortemente ridimensionata (da cinque a tre componenti, di cui solo due originali) e un cambio di etichetta (lasciata la storica Tee Pee per la rombante Pelagic), avrei ritrovato gli Ancestors che ho tanto amato? La risposta, fortunatamente, è sì.
A partire dalla struggente traccia d'apertura Gone appare evidente come la band californiana non abbia perso un'oncia del pathos che ha caratterizzato la sua produzione a partire dall'EP Invisible White e la naturale progressione data al brano dalla successiva Through a Window rende evidente la struttura di un concept album che ha la malnconia come tema portante; solo l'aggressiva voce di Lying in the Green sembra spezzare per un momento l'atmosfera generale del disco, prima che i suggestivi archi di Into the Fall ci introducano al pezzo più pinkfloydiano del lotto, animato da parti vocali assolutamente da brividi. Release è una semplice (per quanto raffinatissima) transazione verso l'esplosivo finale di The Warm Glow, animata dalla tanto amata voce di Justin Maranga.
Probabilmente meno variegato rispetto a come ci hanno abituati e con un minutaggio decisamente inferiore (meno di quaranta minuti), Suspended in Reflections non è il miglior lavoro degli Ancestors, ma ha il merito di riconsegnarci una band in splendida forma e ben focalizzata verso la sua nuova vita artistica. Dal canto nostro, non vediamo l'ora di vedere quali nuove vette la band potrà raggiungere in questo nuovo percorso.
Gli Ancestors rientrano per me in uno di quei casi, sin da quando nell'ormai lontano 2009 ascoltai ancora imberbe e poco avvezzo a certe sonorità il loro secondo album Of Sound Mind, incuriosito da una recensione letta su una fanzine. Folgorato, non tardai a recuperare anche il loro disco d'esordio e da lì a poco potei anche bearmi sulle note di In Dreams and Time, uno dei miei album preferiti di sempre.
La possibilità di poter apprezzare la loro bravura anche dal vivo durante il primo Desertfest di Berlino, per quello che ricordo come uno dei live più emozionanti cui mi sia mai capitato di assistere completò la mia esperienza di fan duro e puro, suggellata dalla chiaccherata post concerto con il simpaticissimo cantante Justin, che di fatto decretò gli Ancestors come la MIA band preferita.
Da quel favoloso 2012 ad oggi la band entrò però in una fase di quasi assoluto silenzio, spezzato solo a fine 2017 dalla notizia di un nuovo capitolo in arrivo; immediatamente dopo averne prenotato la recensione ho seguito con spasmodico entusiasmo tutti i vari sviluppi (primo singolo, data d'uscita, copertina, etc.), arrivando chiaramente a preordinare l'album appena è stato possibile. Quei salti nel buio che fai solo quando sei colmo di cieca e assoluta devozione, ansioso di ripagare la TUA band per tutto ciò che ti ha donato negli anni, conscio comunque di una possibile delusione.
In sei anni ci sono ovviamente anche stati dei cambiamenti, come una formazione fortemente ridimensionata (da cinque a tre componenti, di cui solo due originali) e un cambio di etichetta (lasciata la storica Tee Pee per la rombante Pelagic), avrei ritrovato gli Ancestors che ho tanto amato? La risposta, fortunatamente, è sì.
A partire dalla struggente traccia d'apertura Gone appare evidente come la band californiana non abbia perso un'oncia del pathos che ha caratterizzato la sua produzione a partire dall'EP Invisible White e la naturale progressione data al brano dalla successiva Through a Window rende evidente la struttura di un concept album che ha la malnconia come tema portante; solo l'aggressiva voce di Lying in the Green sembra spezzare per un momento l'atmosfera generale del disco, prima che i suggestivi archi di Into the Fall ci introducano al pezzo più pinkfloydiano del lotto, animato da parti vocali assolutamente da brividi. Release è una semplice (per quanto raffinatissima) transazione verso l'esplosivo finale di The Warm Glow, animata dalla tanto amata voce di Justin Maranga.
Probabilmente meno variegato rispetto a come ci hanno abituati e con un minutaggio decisamente inferiore (meno di quaranta minuti), Suspended in Reflections non è il miglior lavoro degli Ancestors, ma ha il merito di riconsegnarci una band in splendida forma e ben focalizzata verso la sua nuova vita artistica. Dal canto nostro, non vediamo l'ora di vedere quali nuove vette la band potrà raggiungere in questo nuovo percorso.
TRACKLIST
- Gone
- Through a Window
- Lying in the Grass
- Into the Fall
- Release
- The Warm Glow
ANNO: 2018
LABEL: Pelagic Records
WEB: Facebook
ANCESTORS: GONE