Prosegue senza sosta il nostro appuntamento settimanale con "Io e i miei dischi", l'unica rubrica che parla del rapporto tra i musicisti della nostra scena underground e la loro collezione di dischi: ospite di questa puntata Sean Worrell dei grandissimi Nero di Marte.
1. Il primo disco che hai comprato
Ricordo chiaramente di essere andato a comprare "...And Justice For All" con la mia prima paghetta; avevo 9 o 10 anni. Fino ad allora ascoltavo cassette che copiavo dal mio migliore amico delle elementari. Suo padre era metallaro con un'enorme collezione di vinili e cd e quindi cominciai ad ascoltare musica più o meno pesante ad una tenerissima età!
2. L’ultimo disco che hai comprato
Credo l'EP "Chaining The Katechon" dei DeathSpell Omega. Ho comprato veramente pochi cd negli ultimi anni...
3. Il disco che ha cambiato la tua vita
Difficile! Ce ne sono stati diversi in periodi differenti... in ordine più o meno cronologico: "Painkiller" dei Judas Priest, "Aenima" dei Tool, "Discipline" dei King Crimson, "Of Natural History" e "In Glorious Times" degli Sleepytime Gorilla Museum.
4. Il disco che ti vergogni di possedere
Provo piacere e vergogna allo stesso tempo nel possedere 111centoundici di Tiziano Ferro, preso ad un mercatino dell'usato a 1€ qualche anno fa. Per qualche motivo è uno dei dischi più ascoltati dai Nero durante i viaggi in macchina hahaha!
5. Il disco con la copertina che preferisci
"In the court of the crimson king" dei King Crimson, un classicone.
6. Il disco che hai sempre sognato di avere
"Choirs of the eye" dei Kayo Dot o qualsiasi degli Sleepytime Gorilla Museum in vinile, così mi forzeranno a comprare un giradischi ahahah. Di entrambi sono usciti di recente...
7. Quanto è grande la tua collezione?
Direi tra i 150 e i 200 cd.
8. Che ordine segui (se è ordinata)?
Ci ho rinunciato completamente ahah.
9. CD o vinile?
Premetto di non avere (ancora) un giradischi, ma credo che comprare in vinile qualcosa che ti piace veramente ha più senso per me oggi da molteplici punti di vista. Ha un'importanza diversa. Sarà il suono migliore con più dinamiche e spazialità, la dimensione fisica dell'oggetto, la cura con la quale si è portati a trattare il momento dell'ascolto, la ritualità. E' un riportare la musica al centro di un'esperienza.