mercoledì 14 marzo 2018

IO E I MIEI DISCHI: Enrico Baraldi (Ornaments)


Benvenuti ad un nuovo appuntamento con la vostra rubrica preferita: nostro ospite d'eccezione oggi, Enrico Baraldi degli Ornaments!


1. Il primo disco che hai comprato
Uno dei primi dischi che comprai su consiglio di un amico credo fosse Repeater dei Fugazi (da lì in poi seguì tutta la discografia), se ricordo bene credo fosse il 1995 o 1996, avevo 15 o 16 anni, c'era un negozio a Modena che si chiamava ARGH! dove trovavi tutto l'underground; ricordo anche che tra i primi dischi ci fu "Siamese Dream" degli Smashing Pumpkins e i Marlene Kuntz con "Catartica", ai tempi adoravo entrambe, parliamo sempre di quel periodo '95/'97.

2. L’ultimo disco che hai comprato
i Tesa, band proveniente dalla Lituania o dall' Estonia... non ricordo... visti una volta live e sono belli potenti, poi "Dissipatio HC" dei Lleroy e "Rurale" di Cristian Naldi.

3. Il disco che ha cambiato la tua vita 
Ce ne sono 2 in realtà, il primo fu "Spiderland" degli Slint, c'è bisogno di aggiungere spiegazioni? Scherzo dai, quel disco mi fece capire il concetto di "less is more" e del fatto che si possono creare immaginari sonori intensi semplicemente avendo le idee giuste ma sopratutto semplici; ma il disco che più mi ha segnato è "Through Silver in Blood" dei Neurosis, ricordo che era il 1997 o 1998 (non ricordo esattamente), ero in una sala prove con un amico che mi disse la classica frase "senti questi..." e, ti giuro, io una cosa cosi non l'avevo mai sentita...ascoltavo un sacco Pantera, Slayer, Sepultura e pensavo che loro fossero già il massimo che si potesse avere, ma quando arrivò "Through Silver in Blood" per me fu l'unione di metal e apocalisse... mi cambiò un sacco di cose, nel modo di suonare sopratutto.
Non ti dico l'emozione 2 anni fa quando andai apposta al Roadburn per vederli festeggiare i 30 anni di carriera, fecero tutta la loro discografia, due set, due giorni, due ore di concerto ogni set e poi l'occasione di poterci parlare e ringraziarli per quanto hanno fatto. Un'emozione indescrivibile.

4. Il disco che ti vergogni di possedere
Non credo si possa dire che me ne vergogni, ma ricordo di un anno che qualche parente mi regalò un vinile dei Queen.... per molti anni non capii proprio i Queen, anche oggi proprio non riesco a farmeli piacere, però c'è da dire una cosa dei loro dischi, che piacciano o meno: tecnicamente parlando hanno sempre avuto delle produzioni impeccabili.

5. Il disco con la copertina che preferisci
Ce n'è più di uno, adoro la semplicità e il dubbio che lascia la copertina di "Kollapse" dei Breach, la complessità nei particolari della copertina di "A Sun That Never Set" dei Neurosis, mi piacciono molto le foto delle copertine dei Terra Tenebrosa; negli ultimi anni seguo anche i lavori di alcuni illustratori italiani, Riccardo Zulato (LORØ), Steuso (TONS), Coito Negato, Eeviac, tutti illustratori che hanno fatto copertine di dischi che ho e apprezzo molto anche dal lato grafico.

6. Il disco che hai sempre sognato di avere
La colonna sonora della serie tv Starsky & Hutch composta da Lalo Schifrin.

7. Quanto è grande la tua collezione?
Esattamente non saprei, perchè non li ho mai contati, direi che su vinile credo siamo sui 200/250 tra 7",10" ed LP; ho anche un sacco di cose ereditate dai miei genitori e quindi Beatles e molta musica classica, ho un sacco di cd, di band note e molte sconosciute ai più, comprati nelle distro o ai concerti e come molti coetanei credo di avere un paio di scatole a casa dei miei con cassette di tutti i tipi, da Cristina D'Avena alle prove della band dei tempi fino ad arrivare ai mixtape fatti registrando i passaggi radio.

8. Che ordine segui (se è ordinata)?
Preferisco la casualità.

9. CD o vinile?
Se il prodotto è lo stesso e ho la possibilità di scegliere allora vado su vinile, non tanto per la qualità audio, ma per avere un prodotto dove vedi bene l'artwork, è diventato ormai un oggetto da collezione e non solo un supporto fisico e ha un suo fascino, un suo odore. Io comunque rimarrò sempre legato al cd come supporto fisico, anche se oggi ormai é sorpassato, per il semplice fatto che ci sono nato in quell'epoca ed è sempre stato un formato presente durante la mia crescita musicale.
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