POST-ROCK |
La scena post-metal e post-rock europea oramai è colma di gruppi e gruppetti che stanno cercando di cavalcare l’onda del genere per poter dimostrare di avere qualcosa in più rispetto agli altri. Lo notiamo in tutte le uscite che hanno affollato gli ultimi 7-8 anni, e come risultato siamo immersi in un miasma di “già sentito” o “scontato” che ahimè è inevitabile. Il problema è che questo sovraffollamento di dischi porta inevitabilmente la qualità a risentirne, e oramai è davvero dura trovare band in grado di poter davvero dire qualcosa. In Italia sono pochi i gruppi a poter vantare questa freschezza tanto ricercata, dobbiamo dirlo.
E di certo ci si arriva attraverso un percorso di crescita non indifferente.
Dopo questa introduzione, possiamo parlare dei John Malkovitch, gruppo di Perugia dedito a queste sonorità post-metal e post-rock che si presenta a noi con il primo disco “The Irresistible New Cult of Selenium”. Togliamoci subito il dente: non si tratta di nulla di innovativo, ma i ragazzi hanno qualcosa che manca a tantissime altre band: la personalità. Nonostante i canoni siano quelli classici, il disco non annoia affatto e non scade nel già sentito, rendendo difficile all’ascoltatore accostarli ad un singolo gruppo in particolare. Questo perché le varie influenze sono ben mischiate e non danno veri e propri punti di riferimento, ogni tanto possiamo sentire i God is an Astronaut, alle volte riusciamo a sentirci i Pelican ma anche i Russian Circles, e non è cosa da poco. Non si parla di stili copiati e incollati senza un nesso logico, ma assorbiti e filtrati attraverso il proprio io, e questa è la base per ogni gruppo in grado di dire qualcosa. Ambient, post-rock e post-metal sono generi che includono uno spettro ampissimo di scelte e suoni, la cosa migliore da fare per rendersi conto di cosa si stia parlando è ascoltare il disco su bandcamp. La mia traccia preferita è sicuramente Zenit, una vera e propria montagna russa di emozioni e dinamiche.
L’unica critica che potrei muovere è la scelta di alcuni momenti che sembrano un po’ forzati e messi lì perché il genere lo richiede, come alcuni abbassamenti di dinamiche non veramente necessari allo sviluppo del pezzo.
Sicuramente i ragazzi sono acerbi, ma se il percorso è quello che sembra stiamo attenti che in futuro potremmo sentirne delle belle, io il loro nome lo segno.
TRACKLIST:
- Darker Underneath The Surface
- Twice In A Moment, Once In A Lifetime
- Zenit
- Nadir
ANNO: 2018
LABEL: Coproduzione
WEB: Bandcamp
JOHN MALKOVITCH - THE IRRESISTIBLE NEW CULT OF SELENIUM