DOOM METAL |
L'Omega è la lettera comunemente associata al concetto di fine: speriamo che la scelta del titolo dell'ultima fatica dei Black Capricorn sia dovuta esclusivamente ad esigenze artistiche e non a preoccupanti intenti programmatici.
Ormai giunta al quarto LP, la band sarda, ormai stabilizzatasi nella sua formazione a tre elementi, realizza la sua opera più ambiziosa, un doppio album che conferma ancora una volta l'assoluta qualità della sua proposta musicale.
Abilissimi nel non rimanere ancorati ad un registro troppo statico, i Black Capricorn riescono a regalarci più di un'ora e mezza di doom dalle tinte psichedeliche di altissimo spessore.
Si passa con disinvoltura dall'incedere marziale di Evil Horde of Lucifer alle funebri atmosfere di Accabadora (figura presa direttamente dal folklore sardo, a dimostrazione ulteriore che anche qui in Italia abbiamo una lunga tradizione di immaginario pagano), a veri e propri doom anthem come Flower of Revelation e Devil and the Death. L'inizio soffuso e melodico di Stars of Orion riesce quasi a far abbassare la guardia all'incauto ascoltatore prima di ritornare su timbriche oscure decisamente più familiari fino alla cupissima conclusione data da Omega, mentre una menzione d'onore la meritano sicuramente Antartide e per Quest for Agartha, i brani che più di tutti mettono in risalto le eccellenti capacità del terzetto.
In un genere come il doom, in cui di rado la parola Italia viene menzionata, è bello potersi fregiare di un'ulteriore eccellenza underground tutta nostrana: Omega è indubbiamente un'opera che ogni doomster che si rispetti non può trascurare. Non possiamo che augurarci che continuino ancora a lungo a sfornare lavori così pregevoli.
Ormai giunta al quarto LP, la band sarda, ormai stabilizzatasi nella sua formazione a tre elementi, realizza la sua opera più ambiziosa, un doppio album che conferma ancora una volta l'assoluta qualità della sua proposta musicale.
Abilissimi nel non rimanere ancorati ad un registro troppo statico, i Black Capricorn riescono a regalarci più di un'ora e mezza di doom dalle tinte psichedeliche di altissimo spessore.
Si passa con disinvoltura dall'incedere marziale di Evil Horde of Lucifer alle funebri atmosfere di Accabadora (figura presa direttamente dal folklore sardo, a dimostrazione ulteriore che anche qui in Italia abbiamo una lunga tradizione di immaginario pagano), a veri e propri doom anthem come Flower of Revelation e Devil and the Death. L'inizio soffuso e melodico di Stars of Orion riesce quasi a far abbassare la guardia all'incauto ascoltatore prima di ritornare su timbriche oscure decisamente più familiari fino alla cupissima conclusione data da Omega, mentre una menzione d'onore la meritano sicuramente Antartide e per Quest for Agartha, i brani che più di tutti mettono in risalto le eccellenti capacità del terzetto.
In un genere come il doom, in cui di rado la parola Italia viene menzionata, è bello potersi fregiare di un'ulteriore eccellenza underground tutta nostrana: Omega è indubbiamente un'opera che ogni doomster che si rispetti non può trascurare. Non possiamo che augurarci che continuino ancora a lungo a sfornare lavori così pregevoli.
TRACKLIST
- Alpha
- Evil Horde of Lucifer
- Accabadora
- Flower of Revelation
- Antartide
- Black Capricorn Seal
- Devil and the Death
- The Man Who Dared
- Stars of Orion
- Quest for Agartha
- Omega
ANNO: 2017
LABEL: Stone Stallion Rex
WEB: Facebook
BLACK CAPRICORN: ACCABADORA