HEAVY PSYCH |
Non ci hanno fatto aspettare altri sei anni gli Ira del Baccano prima di regalarci il successore dell'eccellente Terra 42 e, fortunatamente, ancora una volta la magica alchimia della band ha funzionato alle perfezione.
La band romana conferma senza indugi di essere indubbiamente una delle voci più valide nel panorama della psichedelia strumentale, per quanto possa essere valido pensare di adottare un'unica definizione per la loro musica; il maggior pregio dei quattro è infatti l'assoluta padronanza degli strumenti che permette loro di lanciarsi in lunghissime jam che catapultano l'ascoltatore in un turbine di sonorità in continuo mutamento.
Si passa dallo stoner al progressive di stampo più classico, dall'heavy psych allo space rock con la stessa apparente facilità con cui un pilota mette la freccia, anche se qui sarebbe più corretto immaginarsi come passeggeri di un'astronave condotta con la massima perizia possibile. Non è possibile spiegarsi altrimenti la maniera così liscia e piacevole in cui trascorrono i quaranta minuti interamente strumentali dell'album, totalmente privi di punti morti e invece ricchi di tanti piccoli accorgimenti che mettono in mostra sia l'assoluta solidità e buon gusto della base ritmica della band (Salvi/Contini) che l'ottima forza creativa che anima il duo chitarristico della band (Santori/Malerba). Con tutta probabilità, l'Ira del Baccano è, almeno per quanto riguarda bravura compositiva e versatilità, la perfetta risposta italiana a mostri sacri come Earthless e Samsara Blues Experiment.
Menzione d'onore finale per l'eccellente artwork di Fabio Listrani, in grado anche lui come la band di bissare se non addirittura di superare il lavoro artistico fatto con il precedente disco. Un'altra eccellente produzione di casa Subsound Records.
La band romana conferma senza indugi di essere indubbiamente una delle voci più valide nel panorama della psichedelia strumentale, per quanto possa essere valido pensare di adottare un'unica definizione per la loro musica; il maggior pregio dei quattro è infatti l'assoluta padronanza degli strumenti che permette loro di lanciarsi in lunghissime jam che catapultano l'ascoltatore in un turbine di sonorità in continuo mutamento.
Si passa dallo stoner al progressive di stampo più classico, dall'heavy psych allo space rock con la stessa apparente facilità con cui un pilota mette la freccia, anche se qui sarebbe più corretto immaginarsi come passeggeri di un'astronave condotta con la massima perizia possibile. Non è possibile spiegarsi altrimenti la maniera così liscia e piacevole in cui trascorrono i quaranta minuti interamente strumentali dell'album, totalmente privi di punti morti e invece ricchi di tanti piccoli accorgimenti che mettono in mostra sia l'assoluta solidità e buon gusto della base ritmica della band (Salvi/Contini) che l'ottima forza creativa che anima il duo chitarristico della band (Santori/Malerba). Con tutta probabilità, l'Ira del Baccano è, almeno per quanto riguarda bravura compositiva e versatilità, la perfetta risposta italiana a mostri sacri come Earthless e Samsara Blues Experiment.
Menzione d'onore finale per l'eccellente artwork di Fabio Listrani, in grado anche lui come la band di bissare se non addirittura di superare il lavoro artistico fatto con il precedente disco. Un'altra eccellente produzione di casa Subsound Records.
TRACKLIST
- Paradox Hourglass - Part 1 (L'Ira del Baccano)
- Paradox Hourglass - Part 2 (No Razor for Occam)
- Abilene
- The Blind Phoenix Rises
ANNO: 2017
LABEL: Subsound Records
WEB: Facebook
L'IRA DEL BACCANO: THE BLIND PHOENIX RISES