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| SLUDGE METAL |
Cinque anni sono passati da Invernal, ultima prova in studio del duo californiano. In tempi sempre più frenetici e veloci come quelli odierni, praticamente un'eternità. Sufficienti a prospettare cambiamenti radicali, cali creative e crisi interne ad una band. Non è questo il caso. I Black Cobra non hanno perso una virgola della ferocia che costituisce da sempre la loro caratteristica essenziale, guadagnando anzi qualcosa in raffinatezza, vista la precisione chirurgica con cui sembrano essere realizzati i brani dell'album.
Jason Landrian e Rafael Martinez sono una di quelle coppie che possono vantare (con il non indifferente vantaggio di quindici anni di carriera) un'intesa creativa praticamente innata, vista la naturalezza con cui si sposano le taglientissime voci e chitarre del primo con le ritmiche telluriche del secondo. Uno di quei sodalizi magici in grado di declinare con devastante chiarezza la propria idea di estremo.
Violento come un calcio in pieno petto l'apertura data dal devastante duo composto da Challenger Deep (dal sapore quasi Slayer) e da Imperium Simulacra (con un Martinez davvero impressionante dietro le pelli). Eye Among the Blind è un puro orgasmo di violenza sonora, Messenger contiene a metà pezzo uno di quei cambi che sai già riascolterai fino all'esaurimento per quanto è diabolicamente splendido. L'unico appunto da muovere ai due è che riescono indubbiamente a dare il meglio sulla media distanza (come i pezzi appena citati e le conclusive Sentinel e Technical Demise), perdendo in immediatezza in brani più lunghi come Fathoms Below e Dark Shine e mostrando incapacità nel comunicare la loro ottima idea musicale su un pezzo veloce come Obsolete. Ma, tralasciando questi piccoli dettagli, Imperium Simulacra si classifica indubbiamente come uno dei ritorni più graditi di questo 2016.
I Black Cobra aggiungono un altro tassello alla loro ideale colonna sonora per l'Armageddon.
Jason Landrian e Rafael Martinez sono una di quelle coppie che possono vantare (con il non indifferente vantaggio di quindici anni di carriera) un'intesa creativa praticamente innata, vista la naturalezza con cui si sposano le taglientissime voci e chitarre del primo con le ritmiche telluriche del secondo. Uno di quei sodalizi magici in grado di declinare con devastante chiarezza la propria idea di estremo.
Violento come un calcio in pieno petto l'apertura data dal devastante duo composto da Challenger Deep (dal sapore quasi Slayer) e da Imperium Simulacra (con un Martinez davvero impressionante dietro le pelli). Eye Among the Blind è un puro orgasmo di violenza sonora, Messenger contiene a metà pezzo uno di quei cambi che sai già riascolterai fino all'esaurimento per quanto è diabolicamente splendido. L'unico appunto da muovere ai due è che riescono indubbiamente a dare il meglio sulla media distanza (come i pezzi appena citati e le conclusive Sentinel e Technical Demise), perdendo in immediatezza in brani più lunghi come Fathoms Below e Dark Shine e mostrando incapacità nel comunicare la loro ottima idea musicale su un pezzo veloce come Obsolete. Ma, tralasciando questi piccoli dettagli, Imperium Simulacra si classifica indubbiamente come uno dei ritorni più graditi di questo 2016.
I Black Cobra aggiungono un altro tassello alla loro ideale colonna sonora per l'Armageddon.
TRACKLIST
- Challenger Deep
- Imperium Simulacra
- Fathoms Below
- Eye Among the Blind
- The Messenger
- Obsolete
- Dark Shine
- Sentinel (Infinite Observer)
- Technical Demise
ANNO: 2016
LABEL: Season of Mist
WEB: Website
BLACK COBRA: IMPERIUM SIMULACRA
