martedì 31 maggio 2016

SPIRITUAL BEGGARS: Sunrise to Sundown (Review)

HARD BLUES/STONER ROCK
Il ritorno degli Spiritual Beggars di Michael Amott era atteso al varco, la dormiente discografia degli Arch Enemy non poteva certo rappresentare l’eccellenza compositiva del talentuoso chitarrista ex Carcass, ma, ad onor del vero nemmeno gli ultimi lavori degli Spiritual Beggars avevano fatto gridare al miracolo, complice anche una stantia vena creativa che aveva reso sterili certe melodie e troppo ripetitivi i cliché compositivi.

Anche la dipartita di JB alla voce, dopo il discreto Demons aveva lasciato qualche strascico di troppo, difficile per Apollo Papathanasio prendere il posto di due ugole d’oro come quelle di Spice e di JB, pertanto i precedenti due album sono stati dischi di assestamento, in cui sia Return to Zero che Earth Blues (molto meglio il secondo) non avevano convinto appieno. 
È per questo che con molta cautela mi sono avvicinato al qui presente Sunrise to Sundown, a dir la verità più per la copertina (decisa a voler rinverdire i fasti mnemonici degli esordi) che per altro, ho deciso di dare un’ultima chance alla band svedese.
Ma è con estremo piacere che posso affermare con assoluta certezza che gli Spiritual Beggars sono tornati in grandissima forma, era infatti dai lontani Ad Astra e On Fire che non si ascoltava un loro album così coinvolgente, in cui gli ingredienti sono rimasti invariati, Hard’n Blues dalle fortissime tinte settantiane, dipinto su tele dai colori sgargianti e sorretto dall' hammond e dalle tastiere in gran spolvero di Per Wiberg (ex Opeth). 
Ingredienti invariati si, ma canzoni dall’appeal irresistibile, in cui i cori di Apollo la fanno da padroni ed in cui Amott sciorina una quantità di riffs al fulmicotone ed assoli di gran gusto. Inutile citare un pezzo piuttosto che un altro, qui tutto suona alla grande con un tiro che sa tanto di Deep Purple, così come di tanto Hard Rock psichedelico e dalle vene ricolme di acido blues. Sunrise to Sundown, Diamond Under Pressure, Hard Road, Dark Light Child (il cui bellissimo video ufficiale potete vedere in calce alla pagina), What Doesn’t Kill You, I Turn to Stone, cercare il pezzo migliore è davvero difficile.

Un ritorno davvero inaspettato che ci lascia un sapore estremamente gradevole fra le labbra e un inebriante brezza primaverile che trascina colori antichi, ma vividi e mai così attuali. Bentornati!!!!!


TRACKLIST:

01. Sunrise to Sundown
02. Diamond Under Pressure
03. What Doesn't Kill You
04. Hard Road
05. Still Hunter
06. No Man's Land
07. I Turn to Stone
08. Dark Light Child
09. Lonely Freedom
10. You've Been Fooled
11. Southern Star

INFO:

ANNO: 2016
LABEL: Inside Out



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