venerdì 6 novembre 2015

WINDHAND: Grief's Infernal Flower (Review)

DOOM - PSYCHEDELIC
Terzo album per gli emericani Windhand, Grief's Infernal Flower segue l'ottimo Soma del 2013 e ne estende i dettami sonori senza nessuna grossa novità da proporre.
Forse è proprio questa l'unica critica da muovere alla band capitanata dalla voce malinconica della bravissima Dorthia Cottrell, capace di punteggiare con estrema maestria un sound iper ancorato a coordinate stoner doom.
Prodotto da Jack Edino, già a lavoro con Nirvana e Soundgarden, tanto per fare due nomi illustri, questo nuovo corso - come dicevo pocanzi - tratta la materia senza regalare novità all'interno di un songwriting comunque roccioso e ben costruito.
Qualcuno magari si sarebbe aspettato una virata verso lidi più eleganti e ricercati viste le potenzialità della band - alla Pallbearer tanto per intenderci - anche alla luce dell'anima dannata di Dorthia, splendidamente protagonista quest'anno di una prova solista in versione acustica da far accapponare la pelle e qui in luce in quelle vesti solo nella splendida Sparrow e nella coda affidata alla breve Aiton.
Gli altri sette pezzi si fregiano di un sound maturo, guidato da chitarre catramose opposte ad accenti psichedelici e alla voce soave della cantante statunitense che - pur non mostrando registri vocali variegati - riesce come detto a puntellare con delicatezza i granitici riff griffati di sludge della coppia Bogdan - Morris, e l'ottima sezione ritmica dell'altra coppia Wolfe - Chandler. 
Crypt Key, secondo singolo estratto dell'album risulta il miglior pezzo senza ombra di dubbio, grazie soprattutto alla sua magnetica immediatezza, ma anche nei pezzi lunghi - dove le varie anime della band si incontrano - i nostri sanno tirar fuori il meglio, ne sono un esempio calzante le lunghissime Hespersus e Kingfisher, entrambe oltre i quattordici minuti di durata.
In definitiva ancora un buon album che non tradisce le attese per i Windhand, ma che lascia - almeno me - con un leggero amaro in bocca per i motivi descritti all'inizio della mia recensione, ma si tratta semplicemente di gusti personali perché l'album c'è e se vi ha entusiasmato Soma troverete anche qui pane per i vostri denti.
Da ascoltare e riascoltare, possibilmente di notte, magari su qualche lapide abbandonata, con una birra in mano e il fumo che satura l'aria attorno a voi.


di EMILIANO SAMMARCO


TRACKLIST:

  1. Two Urns
  2. Forest Clouds
  3. Crypt Key
  4. Tanngrisnir
  5. Sparrow
  6. Hyperion
  7. Hesperus 
  8. Kingfisher
  9. Aition


INFO:
ANNO:2015
LABEL: Relapse Records
WEB: Official Website


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