martedì 10 novembre 2015

CLUTCH: Psychic Warfare (Review)

STONER - ROCK
Dopo quasi due anni dall’uscita del loro ultimo lavoro, gli statunitensi Clutch confezionano l’ennesimo tributo agli dei del rock. La ricetta è la sempre la stessa: sigarette, burbon e tanto groove.
Psychic Warfare si presenta subito come un album incredibilmente “catchy”. Sono necessarie solo poche note della prima traccia, X-Ray Visions, per restare incantati dalle sonorità del loro tipico blues da camionisti. I ritmi sono serrati e nonostante il sound grezzo e primordiale, l’intero lavoro si dimostra ben curato in ogni dettaglio e ricco di particolari. Le linee vocali di Neil Fallon sono sempre accattivanti, i suoni potentissimi e talvolta impreziositi dall’uso di effetti di modulazione come phaser e flanger. Anche sui brani più cadenzati come A Quick Death in Texas non si può fare a meno di seguire il ritmo con la testa: il groove scaturito dalla sezione ritmica è estremamente coinvolgente. Ci si può concedere il lusso di lasciarci andare ad un ascolto spensierato, o concentrarci sul singolo strumento per scovare quelle eccellenti trovate musicali che sempre hanno caratterizzato la band statunitense.
Solo alla settima traccia, la compagine del Maryland decide di smorzare i toni con Doom Saloon, un intermezzo strumentale che introduce una malinconica ballata da cowboy, Our Lady of Electric Light, capace di trasportarci nell’ultima fottuta stazione di servizio, dove tra l’odore di olio esausto e gomma bruciata ci accendiamo l’ultima sigaretta aspettando in silenzio il tramonto. Finito il momento introspettivo, i Clutch partono a razzo come un dragster con Noble Savage, un vero tripudio di rock & roll anni 50 in cui il sound moderno si mescola con le cadenze tipiche della musica trasgressiva che piaceva ai nostri genitori. Arrivati a questo punto, anche un ascoltatore disinteressato è perfettamente in grado di cogliere le sfaccettature di Psychic Warfare: dietro alla potenza sonora si cela una tecnica sopraffina ed anche se l’ingrediente base resta sempre il caro buon vecchio blues, i Clutch riescono splendidamente a ripercorrere tutte le sue evoluzioni storiche. C’è anche spazio per le progressioni metalliche di Behold The Colossus. L’unico rimprovero che si può fare a quest’album, è quello di essere troppo corto: quaranta minuti sono davvero pochi e sulle note dell’ultima ballad southern rock, Son of Virginia, ci si rende conto di essere arrivati alla fine. Si ha giusto il tempo di premere il tasto loop per ascoltarsi tutto almeno una seconda volta. Un disco che avvicina tutti: amanti del blues, del rock e di tutte le sue derivazioni più o meno grezze.
Cosa aspettate? Compratevi una Ford Falcon del 1978, aggiungeteci uno stereo cd, fate il pieno e partite per un viaggio senza meta con questo cd a palla! Non avete i soldi per una muscle car d’epoca? Consolatevi con questo cd, non ve ne pentirete!


TRACKLIST:
  1. The Affidavit 
  2. X-Ray Visions 
  3. Firebirds!"
  4. A Quick Death in Texas
  5. Sucker for the Witch 
  6. Your Love Is Incarceration 
  7. Doom Saloon
  8. Our Lady of Electric Light
  9. Noble Savage 
  10. Behold the Colossus
  11. Decapitation Blues 
  12. Son of Virginia 

INFO:
ANNO: 2015
WEB: Facebook


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