giovedì 27 agosto 2015

MINIMANIMALIST: Ora o mai più (Review)

STONER ROCK
Se come diceva Borges, in una delle sue poesie più famose e più belle, la musica è “straordinaria forma del tempo”, il momento perfetto per far sgorgare i suoni è l’adesso, frammento temporale che nel momento preciso in cui viene pensato è già passato. Più di ogni altra forma d’arte, la musica richiede di essere seguita fino alla fine: per fruirne completamente dobbiamo necessariamente aspettare il termine del brano, seguirne il filo secondo dopo secondo, nota dopo nota, ritmo dopo ritmo. Nell’attimo in cui ci si presta all’ascolto, la musica quindi viene creata. Si dispiega dinanzi a noi come un tappetto rosso che viene piano piano srotolato. Esattamente come il tempo. La musica è creazione continua, eterno divenire ed avviene adesso.
Ora o mai più.
Bene, tutto sto ambaradan di parole dal sapore filosofico (bleah!) solo per dire che questo disco d’esordio dei MinimAnimalist spacca di brutto. E spacca di brutto ora! Non in un altro momento… ma in questo preciso istante! Proprio adesso che state leggendo la recensione, lui continua a spaccare. Arriverete all’ultima riga e lui è sempre lì a sfondarvi le orecchie. Idem quando spegnerete il computer e andrete in cucina a farvi un panino. Tanto vale allora prendere per davvero il disco e metterlo nello stereo. Ed è meglio farlo ora prima che sia lui a prendere la vostra testa e a farla a forma di CD.
Il nome della band dice già tutto: musica minimale e animale. Minimale per due motivi: il primo è che sono un duo, Davide Bianco alla chitarra e Fabio Cazzetta alla batteria e voce; si conoscono durante l’edizione di due anni fa dello Yeahjasi, uno dei principali festival rock del brindisino e in Puglia, facendo da musicisti di supporto per Manuel Agnelli. Da lì in poi, i due si sono detti semplicemente “ora o mai più!”, arrivando in poco tempo a suonare di spalla a Pierpaolo Capovilla, Pan del Diavolo, Edda, Post-CSI e sul palco del primo maggio a Taranto. A giugno di quest’anno vede la luce questo loro primo lavoro “Ora o mai più” registrato fra Brindisi e Taranto, concentrazione di volontà, sforzi e sacrifici resi possibili anche grazie ad una lunga campagna di crowdfunding su MusicRaiser. Il secondo motivo è che la musica dei MinimAnimalist va dritta al sodo nell’arco di soli due minuti, massimo tre (se si esclude l’ultimo pezzo “JDBBD”, che essendo una jam arriva a sette minuti). In questo breve lasso di tempo, quasi come a voler cogliere quell’attimo eternamente sfuggente, il gruppo riesce a sfoderare le sue armi migliori, ovvero semplicità e varietà attraverso pezzi composti da pochi riff ma mai ripetitivi, impreziositi da un gusto melodico mai banale che permette di rendere l’ascolto di uno stesso brano longevo e fresco.
Ma oltre all’aspetto minimale c’è anche quello animale, si diceva. Ed è questo che fa la differenza. Avete presente un topo e un gorilla che suonano stoner? Ecco, fra i vari pregi che “Ora o mai più” ha c’è anche questo: far coesistere due mondi così lontani e diversi. Da una parte una cosa così piccola, il topino, che si prende cura dell’aspetto più melodico e del groove, curando gli arrangiamenti per chitarra che danno forza e carattere alle canzoni senza strafare: il giro d’apertura di “Non è metal questo” mette queste caratteristiche già in evidenza, insieme alla bellissima apertura nella strumentale “Minimanimalist” e a “Dance like Fibonacci”, uno dei pezzi migliori del disco che gioca ad unire il groove funky del riff principale con una tirata stoner alla Kyuss di “Blues for the Red Sun”, in un’alternanza spastica fra headbanging e movimento del culo.
Dall’altra parte troviamo invece una cosa bella grossa, un gorillone, che non può far altro che picchiare come un fabbro con tocco sicuro e preciso, senza inutili virtuosismi che nell’economia delle canzoni dei MinimAnimalist sarebbero fuori luogo. “Disturbo Bipolare” è un po’ l’emblema di quanto detto e fedele al suo nome schizza da una parte lenta e doom ad un giro che sembra uscito dritto dritto da un cazzo di rodeo texano, risultando uno dei pezzi più pesanti dell’album. Inoltre, se teniamo conto che lo scimmione, oltre a picchiare la batteria con stile, canta, il risultato, soprattutto dal vivo, è davvero notevole per essere eseguito da un ominide.
In ogni caso questa distinzione zoologica-musicale dei due mammiferi è puramente indicativa e serve solo a far capire come le rispettive anime dei MinimAnimalist si integrino alla perfezione, riuscendo a creare un equilibrio (umano prima ancora che musicale) che in una band con soli due anni alle spalle e una pubblicazione sarebbe difficile trovare. Il meglio di sé, non a caso, si ottiene proprio quando queste due anime s’incontrano, come in “Giovanni” (sorta di “Servi della gleba” per il testo), “Ora più che mai”, “Che cazzo ridi?” e “(H)a 29 anni”. In questi pezzi QOTSA, Karma To Burn, Unida, Bud Spencer Blues Explosion, Fatso Jetson e certi Motorpsycho (quelli di “Demon Box” e “Timothy’s Monster” ad esempio) vengono presi ad ispirazione per creare, se non qualcosa di originale, di sicuro almeno uno stile personale che è sulla buona strada per essere perfettamente riconoscibile. Dalla loro i MinimAnimalist hanno tecnica, i testi in italiano, la voglia di giocare con la loro musica come se scherzassero continuamente fra di loro e insieme a chi li ascolta. E la voglia di spaccare.
Ora.
Dai dai dai!!!


TRACKLIST:
  1. Non è metal questo
  2. Disturbo Bipolare
  3. Ora più che mai
  4. Minimanimalist
  5. Dance like Fibonacci
  6. Giovanni
  7. Boris
  8. Che cazzo ridi?
  9. (H)a 29 anni
  10. JDBBD

INFO:
ANNO: 2015
LABEL: autoproduzione
WEB: Facebook/Bandcamp


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