martedì 16 dicembre 2014

STUBB: Cry of the Ocean (Review)

HEAVY BLUES/PSYCHEDELIC ROCK

Due anni fa, quando fu annunciata la prima edizione del Desertfest London, gli Stubb erano uno degli ultimi nomi del bill, il tipico gruppo locale messo per ingrossare le fila del cartellone.
Adesso possiamo dire con certezza che gli organizzatori furono decisamente lungimiranti ad inserirli in una manifestazione così prestigiosa: pur essendo una formazione giovanissima, questo incredibile power trio, dopo un validissimo debutto, si conferma con il loro secondo lavoro una delle realtà europee in assoluto più concrete sulla scena Heavy Psych.
Sbagliereste a catalogare Cry of the Ocean come l'ennesima proposta "Retro Rock", come si è ormai soliti riferirsi (anche con una certa accezione dispregiativa, e non a torto in molti casi) a tutta la musica che strizza prepontemente l'occhio alla Golden Age psichedelica di fine '60 e anni '70.
Complice la devastante combinazione risultante dai tre desperados alle redini di questa imbizzarrita ma al contempo innatamente elegante diligenza psichedelica (Jack Dickinson - voce e chitarra, Peter Holland - basso e Tom Fyfe - batteria) ed una fascinazione di tipo Heavy Blues che non fa che renderli ancora più appetibili, il nuovo album degli Stubb è una gioia per le orecchie. L'eponima opener parte con una calda e morbida marea per trasformarsi in una tempesta elettrica blues così potente da poter quasi sentire le valvole degli amplificatori sfrigolare, concludendosi inaspettatamente nei coinvolgentissimi cori della seconda parte del pezzo. Heavy Blue Sky è struggimento sonoro allo stato puro, prima che la potente Sail Forever ci colpisca in pieno viso e che sia poi possibile apprezzare la magnifica Heartbreaker, delicato folk acustico che accelera nel finale diventando tutto d'un tratto un pazzesco pezzo country. Devil's Brew è il pezzo meno valido di un disco altrimenti perfetto, fortunatamente Snake Eyes ha delle tastiere così malinconiche da stringere il cuore e rimettere subito in carreggiata l'album. You'll Never Know aggiunge poco a quanto di buono già fatto sentire dai tre londinesi, fungendo semplicemente!mente da più che dignitoso pezzo di chiusura.
Se siete amanti dei "Raccomandato se vi piace", vi dico Cream, Heavy Eyes e Golden Void (il side project di Isaiah Mitchell degli Earthless); se preferite le stellette, questo è un bel quattro su cinque. E, come direbbero gli Stubb, Death to False Psych!

TRACKLIST
  1. Cry of the Ocean, Part One
  2. Cry of the Ocean, Parte Two
  3. Heavy Blue Sky
  4. Sail Forever
  5. Heartbreaker
  6. Devil's Brew
  7. Snake Eyes
  8. You'll Never Know
INFO
ANNO: 2014
LABEL: Ripple Music
WEB: Website


STUBB: HEAVY BLUE SKY




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