mercoledì 10 dicembre 2014

EREMITE: L'enigmatico tragitto degli Eremite; Intervista al trio Genovese.

Siamo a fine 2014, tanti sono stati i gruppi intervistati, tanti quelli che avremmo voluto intervistare ma per mancanza di tempo o disguidi non siamo riusciti ad avere il piacere di ospitare.
Per concludere quest'annata, Doommabbestia ha deciso di intervistare una band molto cara a tutto lo staff; in cui crediamo fortemente, dotati di grande talento, attitudine e carisma che stimiamo ed apprezziamo.
Stiamo parlando degli Eremite, dalla storia interessante ed enigmatica, due dischi all'attivo di cui l'ultimo "All Things Merge Into The One" pubblicato nell'anno corrente, che li ha portati sulla bocca e nelle orecchie di tutti.
Giulia,Fabio e Leandro in arte Eremite si sono prestati a questa lunga serie di domande, vale la pena di conoscerli più nel profondo...

Buona Lettura!

1. Partendo dal principio, la vostra è una storia veramente particolare, un vero e proprio cammino...
Ci raccontate chi sono gli Eremite? Come siete nati e come vi siete evoluti?
 
GIULIA: Gli Eremite nascono dalla voglia di sperimentare di Fabio, musicista da sempre molto attivo sulla scena genovese. Io e Fabio ci conosciamo da anni, posso dire che mi abbia in un qualche modo cresciuta, soprattutto dal punto di vista musicale (una rigida educazione a base di birrette e metallo). Verso fine 2012 inizio 2013 ero spesso a casa sua a registrare alcune mie idee malate, sapevo che aveva già composto "Of mist and fog" e mi era piaciuta un sacco, ma il giorno in cui mi fece ascoltare "Dragonarius" rimasi proprio di stucco. La ricchezza delle influenze di quel disco così ben arrangiate tra loro mi colpì e incurisì parecchio. Alla fine del primo ascolto stavo quasi male, quell'album mi aveva investita con una tempesta di emozioni, trasmettendomi un senso di malinconia e claustrofobia.
Qualche tempo dopo Fabio mi espresse la sua volontà di portare il progetto live e mi onorò chiedendomi di essere la sua bassista. Da quel momento in poi si può dire che Eremite sia diventata una band. La voglia di comporre insieme è stata fin da subito fortissima e "All things merge into one" è il risultato di un turbine di idee che avevamo in mente (già da un po') e che ci ha travolti come un fiume in piena, l'album è stato infatti scritto in un paio di mesi.
Da aprile di quest'anno la famiglia Eremite si è allargata e grazie a Leandro siamo riusciti finalmente a portare il progetto seriamente dal vivo.


2. Da The New Noise a Rumore, degli Eremite si è parlato veramente molto negli ultimi tempi. Il merito va anche al vostro ultimo lavoro "All Things Merge Into The One" che ha lasciato senza parole i vostri fan e non solo. Siete contenti dei riscontri ottenuti?

Pensate che la vostra ultima fatica abbia una marcia in più rispetto a "Dragonarius"?

GIULIA: Siamo contentissimi, io in primis... "All thing merge into one" è il mio primo lavoro e come inizio posso ritenermi più che soddisfatta. Prima dell'uscita temevo il paragone con "Dragonarius", avevo paura che ci fossimo inoltrati in territori troppo lontani e che questo rendesse l'album di difficile ascolto o comunque estremamente di nicchia, ma mi sbagliavo. Fino ad ora la "svolta" è piaciuta e ne sono molto contenta, credo che in parte sia merito dell'apertura mentale che caratterizza l'ascoltatore di questo non genere (un metallaro old school non ce l'avrebbe fatta passare liscia ahaha).

FABIO: Mi è sempre piaciuto immaginare che un disco sia una specie di fotografia di un artista o di una band in un particolare momento della sua vita…..
Nello specifico Dragonarius è una foto che mi ritrae nel momento della scelta di intraprendere un cammino da solo, anche forse un po' per il fatto di non aver trovato spiriti veramente affini … e "All things merge into one" è invece una foto del momento in cui mi ritrovo a condividere questo cammino con la migliore compagna di viaggio che potessi trovare…. Per me è inevitabile che questo album abbia a dir poco una marcia in più rispetto al suo predecessore, ma sono ovviamente di parte….

3. C'è una particolare filosofia o storia racchiusa in "All Things Merge Into The One"?


GIULIA: Beh la storia direi che è quella di due amici, della loro voglia di sperimentare e di fare quello che li rende felici. I mesi passati in quella stanzetta a casa di Fabio a comporre freneticamente sono stati un periodo bellissimo. Ora siamo di nuovo a lavoro, abbiamo una testa in più ad aiutarci, Leandro, e non potrebbe andare meglio.

FABIO: Assolutamente d'accordo con Giulia. E credo che sia veramente un titolo azzeccato considerando quello che è  successo alla band nell'arco di tempo tra i due dischi… in neanche un anno abbiamo cambiato svariate formazioni e per un periodo in cui siam rimasti solo Giulia e io piuttosto che niente ci siam messi a scrivere pezzi per pianoforte e basso elettrico, da cui tra l'altro abbiam poi estrapolato due tracce del disco…e alla fine tutto questo è confluito  finalmente, oltre che nel disco stesso,  in una formazione definitiva.


4. Come sono nati i brani che compongono il disco? Per quanto riguarda le lyrics, sono influenzate da vicissitudini personali? Come assemblate la parte musicale ai testi?

FABIO: In questo disco testi e musica sono nati praticamente insieme…..in generale direi che i pezzi parlano di sensazioni e emozioni mie personali legati a ispirazioni del momento….un tema molto ricorrente in quasi tutti i pezzi è il rapporto tra uomo e natura, tema che da sempre sia Giulia che io sentiamo particolarmente nostro.


5. Com'è ricaduta la scelta sul pezzo "Awareness" per lanciare l'album? 

Riguardo al video, un mix di immagini piuttosto forti, cosa volevate trasmettere?

GIULIA: La scelta di Awareness come singolo è stata un po' "audace", non è un brano totalmente rappresentativo dell'album, ma io ho sempre creduto nel suo impatto. È un pezzo che non ti aspetti, ti colpisce come un pugno in faccia e verso la fine svela quella che poi è forse più la nostra anima.
Le immagini frenetiche del video sono prese da un film- documentario dell'82 chiamato Koyaanisqatsi. Il film parla della natura e dell'intervento devastante dell'uomo sul nostro pianeta. L'ho trovato molto calzante, uno dei motivi ricorrenti nei nostri testi è la natura, vista come tempio, ma anche come un luogo astratto in cui perdersi per ritrovare se stessi. In "Awareness" ricorre spesso la frase "...away so distant" inteso come via da questo mondo corrotto dall'uomo, che il film ritrae perfettamente.

6. Dato che siete Genovesi, toglietemi una curiosità; Poichè è una città che vista con gli occhi di una persona non Genovese appare ricca di creatività, aperta a novità (basta pensare al Genova Urla , dove avete presenziato assieme a Belzebong e molti altri gruppi suonando in un parco, gratis!!) è realmente così o è solo una mia impressione? Cosa la contraddistingue secondo voi?

GIULIA: Genova è una città che ha molto da offrire, la scena musicale genovese (ma anche ligure in generale) ha sfornato ottime realtà: si pensi a band quali Isaak, Vanessa Van Basten, Cardosanto, solo per citarne alcuni... l'unico problema è che forse ci sono più musicisti che ascoltatori. I locali scarseggiano e la situazione della musica live a Genova è lo stesso deprimente mortorio che accomuna più o meno tutta Italia, ma ammetto che il Genova Urla è qualcosa di estremamente riuscito. È l'unico festival open air ligure che tratta generi quali stoner/doom/sludge/black, coinvolge molto le realtà locali, la location è a mio dire stupenda ed è gratis, aspetto importantissimo per i genovesi :) ... Suonare a questo festival è stata un'esperienza pazzesca, non avevo mai suonato davanti ad un tale pubblico ed è un'emozione che ricorderò per sempre.


7. Sempre parlando della vostra terra d'origine, come avete vissuto il recente problema dell'alluvione? 

Anche voi avete aderito e partecipato attivamente alla raccolta fondi per il Checkmate Rock Club, che purtroppo ha subito svariati danni. Un locale nevralgico per la musica undergruound in Liguria o sbaglio?

GIULIA: Il Checkmate è stato colpito purtroppo per l'ennesima volta dall'alluvione e per la scena musicale ligure è una coltellata al cuore. Questo locale funge da punto di riferimento per chi vuole ascoltare buona musica live in quel di Genova ed è dispiaciuto molto vederlo così. Sorprendente è stata però la reazione della gente, che non solo da Genova, ha partecipato alla campagna di raccolta fondi per rimettere in piedi il locale, ovviamente anche noi Eremite abbiamo contribuito ed invitiamo chi non l'avesse fatto a comprare la maglietta col meraviglioso faccione di Jonny (gestore del locale), che tra l'altro è stata disegnata e stampata dalla carissima Jessica aka The Giant's Lab, che cura le nostre grafiche.

8. Siete freschi di Tour, avete fatto svariate date con i Naga , com'è andata? Vi va di raccontarci qualcosa a riguardo?

GIULIA: Coi Naga è andata splendidamente, li stimiamo da tempo e ci eravamo conosciuti di persona quest'anno al Roadburn. Sono state 3 date all'insegna del divertimento e personalemente sono una di quelle band che potrei vedere live tutti i giorni, perfetti e molto coinvolgenti dal vivo.

9. Inoltre, qualche mese fa, avete suonato in apertura ai Conan, credo sia stata una bella emozione. Che ricordi avete?

GIULIA: Suonare coi Conan è stato un onore immenso, li avevo già visti varie volte dal vivo e sono una delle band che preferisco. Ero molto curiosa di vederli dopo il cambio di formazione e mi hanno stra-convinta, Rich è un batterista PAZZESCO. Giù dal palco sono persone dolcissime e sul palco delle bestie feroci, spero di riavere il piacere di dividere il palco con loro.

10. Vedervi dal vivo è toccante, ognuno di voi sembra diventare un entità unica con il proprio strumento. Fabio, Giulia, Leandro, cosa vi lega ad esso?

FABIO: Intanto grazie mille per lo splendido complimento…..
Nei nostri primi live suonavo la chitarra e a volte ammetto che un po' mi manca…..
ma la batteria è il motore, è il qualcosa su cui si appoggiano gli altri…e sicuramente col senno di poi è stato meglio cosi, perchè devo dire che quello che mi dà l'essere io la pulsazione del gruppo non potrebbe darmelo nessun'altro strumento.


GIULIA: Io senza musica non potrei vivere e senza basso sono persa. Suono ormai da una vita e l'amore per il mio strumento è stato un vero e proprio colpo di fulmine: CORDAZZE ENORMI FOREVAH. Con Eremite poi, ho finalmente la libertà di sperimentare e di continuare lo studio sullo strumento.


LEANDRO: “...è toccante” vederci dal vivo mi è totalmente nuova è bello però che sia percepito anche così, effettivamente con Eremite il coinvolgimento con lo strumento e con ciò che si suona è pressochè totale, è come se entrassi in empatia con il colore della musica che percepisco, e di conseguenza il corpo e l’animo si piegano e si uniformano ad esso. La chitarra (come il basso) è uno stupendo mezzo d’espressione, come la maggior parte degli strumenti a corda permette di agire direttamente, con le proprie mani, senza intermediazioni, sulle corde e sul suono finale; questo fatto mi colpisce e mi lega paticolarmente ad essa, soprattutto per le parti lead, dove il tocco e la propria “manualità” sono l’elemento fondamentale (e più difficile da gestire!) che determina il risultato finale.

11. Per concludere vi ringraziamo e vi salutiamo ma abbiamo un'ultima domanda. Siete musicisti ma anche coinvolti ascoltatori, ci consigliate qualcosa?


GIULIA: Ogni volta che mi fanno questa domanda vado sempre in panico totale :D comunque ultimamente sono di nuovo in fissa Bohren und der Club of Gore, che ho visto live quest'estate ed è stato un concerto memorabile! Consiglio tantissimo, anche se sono totalmente fuori genere, gli All them Witches, il primo album è una bomba e i Thaw, gruppo black- sludge polacco che ho scoperto di recente proprio grazie ad Emanuele (Naga), veramente fighi!



FABIO: Da un po' di mesi a questa parte ho fisso nello stereo il disco dei Naga appunto….consiglio stravivamente! E anche il disco dei nostri amici The Haunting Green, band tra le piu' interessanti ed evocative che abbia mai sentito. Soprattutto il pezzo del loro split con Claudio Rocchetti… totale!
Concludo ringraziando innanzitutto voi per lo spazio concessoci e coloro che hanno avuto la curisiotà di leggerci. Ci si vede presto in giro, sopra e sotto il palco \m/


Saluti da Eremite


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