Un allegro weekend in
Olanda con gli amici del mio gruppo diventa un’occasione imperdibile quando
scopriamo che i Dopethrone suoneranno sabato nella stessa città dove
alloggiamo.
Alfieri dello sludge
DIY impegnati in un tour europeo di 23
date (Italia esclusa), il loro concerto è la prima data di una certa importanza
organizzata dalla Sleeping Stone di Kosiarsz e la venue
scelta si dimostrerà perfettamente all’altezza così come i suoni per tutto il
concerto.
Dopo un pomeriggio ad
Amsterdam raggiungiamo comodamente il DB’s che si trova ad una fermata dalla
stazione centrale di Utrecht.
Il locale è molto
bello e funzionale: c’è una vasta sala con biliardo e tavoli dove si può bere
qualcosa (il caffè tra l’, una sala fumatori, uno studio di registrazione e al
centro la sala con il palco che è il
vero cuore del locale.
Prima del concerto ho
modo di scambiare due parole con i Dopethrone che si dimostrano gentilissimi e
conosco Grace una ragazza Italiana che sarà lei ad occuparsi delle luci del
concerto!
Perdiamo il primo
gruppo ed assistiamo al concerto degli Starve:
un trio olandese che propone uno sludge con influenze blues sicuramente ben
suonato ma che non riesco ad apprezzare del tutto causa parti pulite nel
cantato e molta (troppa?) melodia.
Gli inglesi Gurt sono piuttosto famosi nel genere, suonano
uno sludge straziato ed urlato e possono essere visti come gli eredi degli Iron
Monkey. Malgrado un impatto feroce alla lunga la loro proposta risulta un po’
stancante complice la voce (devastante ma poco varia) e la matrice metal della
loro musica che emerge ma mi riservo di rivederli con maggiore attenzione in
futuro.
Il piatto forte della
serata arriva con una puntualità che in molti concerti Italiani ci
sogniamo.
Un veloce cambio palco ed i 3
canadesi di Montreal sono sul palco, ecco finalmente i Dopethrone!
Un feedback sospeso si
alza a dismisura e le prime note che escono dalla cassa Orange di Vince Houde
proiettano il pubblico nel loro mondo malato.
Chi conosce la musica dei Dopethrone sa quanto possano essere grassi, sporchi
e pesanti ma vederli dal vivo a meno di un metro è un’altra cosa. Sono totalmente coinvolto, non riesco a
distogliere gli occhi dal palco e vengo avvolto dalla loro musica, dal loro
disagio, dalle immagini di droga che rimandano le canzoni.
Il modo di stare sul
palco dei 3 è formidabile ma è l’esibizione di Vince a rendere il tutto ancora
più ipnotico. Sguardi da psicopatico,
risate maligne, una mimica teatrale e furiosi headbanging: Vince è assoluto
protagonista della scena.
La band, mi
piace pensare proprio per il suo animo DIY- ha un’ attitudine totalmente punk live.
Cocci di vetro, bottiglie di birre, shot di
whiskey portati al volo dal pubblico, piatti che volano dalla batteria senza
che Big Borman si scomponga minimamente, gara di sputi tra il batterista ed il
cantante durante le pause… il tutto in molto naturale, divertito ed
assolutamente folle!
Il loro album III viene suonato quasi integralmente
più alcune cose dal precedente Dark Foil
ma rispetto al disco i canadesi hanno una marcia in più e la voce di Vince (prendete
Jeff Walker dei Carcass e portatelo all’inferno, per farvi capire) risulta
molto più coinvolgente dal vivo.
Dopo un’ora di riff
grondanti grasso e sporcizia, con tutto il pubblico letteralmente in trip i Dopethrone chiudono con la cover di Ain’t no
Sunshine di Bill Withers un concerto formidabile!
Prima
di chiudere questo piccolo reportage mi piace sottolineare l’assoluta
tranquillità del pubblico olandese e la gentilezza dello staff del locale che
ha fatto sì che ci sentissimo come a casa.
Grazie
ai miei compagni di viaggio Fiorica (è stata lei ad accorgersi del concerto tra
l’altro!) & Francesco (il nostro navigatore) che hanno reso possibile tutto
ciò.
Maic
-LIVE REPORT: Mick (Blood Red Water)
-FOTOGRAFIE: Fiorica (Blood Red Water)