domenica 13 aprile 2014

ROADBURN 2014: Day 3 - Live Report

Ecco il report del terzo giorno, si chude il festival ma manca ancora l'Afterburner!

"Avevamo terminato il secondo giorno con una doppietta decisamente pesante dopo una giornata tutto sommato tranquilla e partiamo il terzo giorno con il botto. E che botto! Noothgrush, Windhand e Yob uno dopo l'altro e tutti nel main stage. Ciò significa vederseli su un palco stellare, con amplificazione perfetta (ovvero con volumi esagerati), luci spettacolari e proiezioni gigantesche. Sicuramente sarà difficile per i Noothgrush ritrovarsi in una condizione simile. La band Californiana, fra i maestri dello sludge, è però a suo agio, soprattutto il cantante scherza continuamente con il pubblico salvo poi cantare testi di morte e disperazione. Rimango incantato dal drumming di Chiyo Nukaga, una delle donne più pestone che abbia mai visto mentre la band macina riff su riff. Lenti, oscuri ma con un grande groove.
NOOTHGRUSH

Dopo di loro la band rivelazione del 2013, ovvero i Windhand, che hanno accompagnato parecchie mie giornate con il loro splendido disco "Soma". Ero molto curioso, anche se avevo visto già parecchi video live su youtube, e speravo non mi deludessero. E così non è stato: la cantante Dorthia Cottrell tesse linee vocali stregonesche su riff ribassatissimi di scuola doom sludge incessanti (sicuramente la dinamica non è una caratteristica della band) e anche se funestati da mille problemi tecnici lasciano tutti a bocca aperta. Ottime anche le proiezioni che rendono il tutto ancora più sinistro. Li rivedrei altre mille volte e sapendo che verranno a brevissimo in Italia io non li perderei.
WINDHAND

Ancora con le orecchie sanguinanti aspettiamo l'esibizione degli Yob, praticamente i padroni di casa del festival. La band che in passato suonò su questo palco per intero i dischi Catharsis e Illusion Of Motion questa volta ci propone per intero The Great Cessation, il disco del come back discografico del 2009 dopo alcuni anni di pausa. Il cantante e chitarrista Mike è l'anima della band. Sacrale, devoto al verbo doom come neanche Wino, si prende i suoi tempi tra un pezzo e l'altro, addirittura sembra commuoversi dopo alcuni momenti veramente tesi. Cerca l'aiuto del pubblico, poi è lui stesso a spronarlo più volte. E' strano: sembra lì lì per cedere ma poi parte con i riff scolpiti nella pietra. Riff che dagli Sleep si espandono in territori particolari, inaspettati ma a loro modo coinvolgenti. Ovviamente il volume era praticamente doppio rispetto ai Windhand. Anche se niente di paragonabile agli Sleep due anni fa, che per il sottoscritto rimane IL concerto. La sala gremita è in adorazione e la band non perde un colpo. E' difficile per me immaginarmi gli Yob in un contesto diverso, sembrano nati per stare sul palco dello 013.
YOB

Dopo le consuete chiacchiere, spese ai banchetti, birra e cibo non so bene cosa fare. I primi tre gruppi della giornata mi hanno deliziato a tal punto che potrei anche tornarmene a casa. Decido quindi di seguire un percorso diverso abbandonando il mainstage e buttandomi sui due palchi minori: Green Room e 01. Trovo così i Carlton Melton (formati da ex Zen Guerrila, ma lo dico tanto per dire visto che se li ricorderanno in due) cercare di rilassare le nostre membra con il loro drone/rock psichedelico. In parte ci riescono ma i ritmi "da anziani" dei nostri mi portano a guardarmi intorno. Per esempio c'è Arik Roper intento a dipingere. Il geniale creatore delle copertine di Sleep e High On Fire oltre ad aver allestito una mostra all'interno del festival è presente con tavola e pennelli: e quando mi ricapita vederlo al lavoro? Così come quando ricapiterà di vedere i Mansion? La band finlandese è autrice di appena due EP ma è straordinaria. Si presentano vestiti di nero come una setta di fondamentalisti religiosi iper bacchettoni e i loro testi sono considerabili inni da chiesa. La musica? Praticamente i Coven, o se preferite roba più recente Jex Thoth o Sabbath Assembly. Ma la parte del leone la fa la presenza scenica della bella ma soprattutto bravissima Alma, capace di catturare il pubblico e fargli fare qualunque cosa. Se alla fine del concerto avesse detto "ok, andiamo in chiesa" molti l'avrebbero seguita. Io per primo. Poi chissà di che chiesa si sarebbe trattata.
MANSION

E dopo questi due concerti dentro la Green Room è il momento di tuffarsi nella minuscola 01 Room. Ma lo sforzo di sopravvivere in un territorio difficile quando in palchi più comodi si trovano 16 e Loop (visti per qualche minuto ma il cervello ha deciso che non poteva sopportare più feedback per il resto della giornata) è ripagato con due concerti iper sudati e decisamente rock. Il primo è quello dei The Vintage Caravan un power trio di ragazzini probabilmente neanche maggiorenni devoti al R O C K. Da guardare sembrava un'assemblea musicale scolastica ma da ascoltare sono incredibili. Il meglio dell'hard rock degli ultimi 50 anni racchiuso in questi pivelli senza peli, a petto nudo vagamente somiglianti agli Hanson. Tecnicamente ineccepibili con tanto di assolo di batteria, sembrano dei rocker navigati ed esperti. Lode ai genitori e alla loro collezione di dischi. Applausi. La seconda band, e purtroppo anche l'ultima della serata, sono i Glitter Wizard ovvero 5 freak di San Francisco armati di baffi a manubrio, gilet glitterato e tanta, tanta, tanta voglia di far muovere le chiappe ai presenti. Dicono di fare Pink Metal e si fanno chiamare Wendy Stonehenge, Doug Graves, Lorfin Terrafor, Kandi Moon, Fancy Cymballs ma credetemi: sono perfetti. Hard rock vagamente space suonato in maniera arrogante e vanitoso: praticamente tutta la sala è rimasta conquistata da questi improbabili ceffi. Anche loro saranno a breve in Italia quindi segnateveli e fatevi anche qualche chilometro per vederli!
GLITTER WIZARD

Siamo giunti alla fine della giornata. Nel foyer gli ancora numerosi sopravvissuti ballano sul classico dj set metal che andrà avanti fino alle 3. C'è chi è triste perchè il vero festival è finito: domani c'è chi torna a casa e c'è chi rimane per l'Afterburner. Sarà tutta un'altra atmosfera: due palchi, pubblico perlopiù fresco e interessato agli headliner. Ma essendoci di nuovo gli Yob voi cosa fareste? Io rimango."

Report di Massimo "Maso" Perasso




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