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SLUDGE - DOOM |
Venezuela. Caldo, assolato, afoso e luminoso Sud America. Non per i Cultura Tres, che ci mostrano il lato occulto del profondo sud delle Americhe. Quell’occulto che scava nell’ancestrale, nel nascosto, nel non espresso e perciò represso.
Il risultato è tutt’altro che solare e luminoso, anzi: ci
troviamo di fronte lande desolate ed oscure, fredde ed in fin di vita, dove
rabbia si alterna a desolazione ed il buio predomina incontrastato.
Desolazione che si delinea già a partire da quegli
interminabili secondi di silenzio che aprono la prima traccia, Propiedad De
Dios, nonché l’intero album. Un inizio sconcertante, spiazzante e insieme
inquietante.
Così come lo è il loro approccio allo sludge doom: pesante, massiccio e monolitico senza smettere mai di instillare quella vena di inquietudine, pari a quella piccola paranoia che ti fa girare continuamente per vedere se qualcuno ti segue, mentre cammini da solo in una strada buia e deserta.
Così come lo è il loro approccio allo sludge doom: pesante, massiccio e monolitico senza smettere mai di instillare quella vena di inquietudine, pari a quella piccola paranoia che ti fa girare continuamente per vedere se qualcuno ti segue, mentre cammini da solo in una strada buia e deserta.
Ancestrali, dicevo, come i ritmi tribali che riempiono la
strumentale Los Muertos De Mi Color, dove atmosfere nebbiose e lamenti di
chitarra rendono le sonorità quasi esoteriche, a sfondo di un discorso di stampo
politico, pare, che si abbatte su chi ascolta come un presagio catastrofista.
Per
non parlare della voce sussurrata che apre e chiude The Grace, a metà tra il rassicurante
ed il disturbante, proprio come quella forte componente black che caratterizza questo
grido volto alla grazia, appunto.
Un album fatto di momenti, di riti di passaggio tra l’appartenere
a una terra e il sentirla lontana – alternando inglese e spagnolo anche all’interno
della stessa traccia; tra il risentimento e il sentirsi affranto – proponendo
ora momenti di rabbiosissimo e distorsissimo metal, ora di languidi puliti
intrisi di eco. Proprio come in Purified o nel grido per l’affermazione No Es
Mi Verdad.
Holy Graveyard conclude il disco, un percorso che porta
in evitabilmente ai sepolcri, dove il growl più potente tra tutte le tracce
svetta su una tempesta di corpose distorsioni dissonanti e tappeti di doppio
pedale, mostrandoci in tutto e per tutto qual è 'il male del bene'.
Un lavoro notevole questo secondo album dei Cultura Tres,
un incredibile risultato della giusta commistione tra sludge, doom e black,
pensato con classe e registrato con maestria. Un’autoproduzione di cui andare
proprio fieri.
TRACKLIST
TRACKLIST
- Propiedad De Dios
- Purified
- Los Muertos De Mi Color
- El Sur De La Fe
- No Es Mi Verdad
- The Grace
- El Mal Del Bien
- Voices
- Tres Seiz Diez Dos
- Your Call
- Holy Graveyard
INFO
ANNO: 2011
LABEL: autoprodotto
WEB: Sito Ufficiale
CULTURA TRES - EL SUR DE LA FE