HARD BLUES, SOUTHERN |
Primo full-length per i nordici Bones&Comfort,
secondo lavoro dopo l’EP …In Fat We Trust, che ci dimostra come il caldo
sound del blues, dello stoner e del southern non sia ad esclusivo appannaggio della
parte più mediterranea dell’Italia. Anzi. Più votato al classicismo, però,
questo power trio, il quale propone i generi sopracitati senza mai distogliere
lo sguardo da quelli che sono stati gli albori del rock’n’roll, riuscendo a
regalarci spunti talvolta seventies (per cui è elemento determinante lo stile
vocale con le sue linee melodiche), talvolta più affini all’hard rock anni ’80.
La loro peculiarità è appunto quella di riuscire a integrare in un singolo CD una
commistione proprio di quei generi che attingono alle radici del rock, dove la
pentatonica è il cuore pulsante, il motore che muove tutto l’apparato, senza
pretese di sperimentazioni sonore, di cacofonie o di invenzioni passibili di
innumerevoli interpretazioni. Pane al pane, Southern Comfort al Southern Comfort!
Ovvero, sì, avete capito bene: rischiate di tenervi quel ritornello in testa
tutto il giorno canticchiandolo senza nemmeno accorgervene.
Parte con un corposo hard blues questo disco, mettendo l’ascoltatore
nella giusta ottica di ciò che lo aspetta:
dai riffettoni blueseggianti di We
Choose Who Will Stand, si passa alla cavalcata di Tex Mex, una cavalcata a
ritroso nel tempo che ci porta all’inesorabilmente zeppeliniana Isaac’s Wife
Song, che si evolve offrendo degli spunti stoner alla sua conclusione. Abbiamo visitato
anni ’70 e ’90, non lasciamo indietro gli ’80 e gustiamoci una Road Pizza
insieme a un “glass of Bones&Comfort”. Il momento è arrivato per un sano stoner
per la wha-wha-eggiante My Crusade, crociata che ci conduce al pezzo forse di
maggior spicco di tutto l’album, ovvero Take Some Pills, pezzo acustico di
stampo decisamente introspettivo che ci fa scoprire l’altro lato del southern
rock – pur non mancando di strizzare l’occhio a Space Cadet dei Kyuss.
Con No Country For Musicians (chissà a quale paese si
riferiscono…) i nostri tre ci portano ancora più indietro, sì perché con questo
pezzo mi sembra di sentire i Beatles più invasati in versione moderna (con una
altro riferimento ai Kyuss e alla loro “belly of the beast”). Sempre a tenerci
sul moderno arriva Inhale, un riuscito mix di southern e stoner, impreziosito
dall’aggiunta delle percussioni, che ci piace ascoltare in un assolato viaggio
in macchina, finestrino abbassato e stereo al massimo.
Il pezzo di chiusura, Orange Blossoms and Four Swans, si
rivela assolutamente degno dei Black Sabbath grazie alla sua bluesaggine cupa e
dalle atmosfere sospese, di cui bisogna assolutamente citare il gioco di volumi
finale: la musica svanisce in un inesorabile fade-out, ma il coro di voci
demoniache che incalzano con il titolo del pezzo restano perfettamente udibili,
portando un effetto di voce dal nulla, in un buio totale e la conseguente
sensazione di angoscia.
In generale un disco di facile ascolto per chi è avvezzo
al genere, godibile, scacciapensieri e genuino.
TRACKLIST
- We Choose Who Will Stand
- Tex Mex
- Isaac's Wife Song
- Unbalance
- Road Pizza
- My Crusade
- Take Some Pills
- No Country For Musicians
- Inhale
- Orange Blossoms And Four Swans
ANNO: 2012
LABEL: GO DOWN RECORDS
WEB: Official Website
BONES & COMFORT - TEX MEX