MATH-CORE PSICHEDELICO |
Avendo visto questa nuova uscita della Supernatural Cat,
notissima e pregiatissima etichetta italiana, non abbiamo saputo resistere alla
tentazione di ascoltare questo lavoro. E ascoltandolo ci siamo resi conto che,
probabilmente, si discosta da ciò di cui normalmente trattiamo. Siamo anche
convinti, però, che su questo disco molti siano curiosi, perciò perché non
recensirlo comunque?
Uscito qualche settimana fa (inizio maggio 2012) Le
Stelle: A Voyage Adrift rappresenta il terzo capitolo per la band toscana. Si
tratta di un concept album, basato sulla storia del viaggio tra le stelle
raccontata dal diario di un astronauta del quale questo disco dovrebbe essere
lo specchio in chiave musicale. Un viaggio assai tortuoso, mi viene da pensare
ascoltandolo.
Già, perché questo album
tesse un’intricata e ordita trama tra il punk hardcore, l’hardocore
metal, il death e il black, regalando qua e là venature psichedeliche.
Come dice l’intestazione di Doommabbestia? Heavy Psych?
Ecco, appunto.
Se volessimo condensare potremmo dire un math-core
psichedelico. Sì perché troviamo riunito sotto lo stesso “tetto” elementi che
contraddistinguono entrambe le bandiere: suoni violentemente e pesantemente
taglienti, per la prima, molti riff e pochi accordi (o meglio, “accordoni”) e
soprattutto tempi indescrivibili, sincopati, talmente storti che quasi quasi
raddrizzano l’intera struttura della canzone. Gli I.C.O. passano, infatti, con
facilità da un ritmo all’altro, da un tempo ad uno totalmente nuovo. I motivi
sono ripetitivi nell’arco del breve tempo e un unico pezzo appare quasi come un
collage di differenti idee. Inutile, poi, citare la voce perennemente sporca, dove
lo screaming non ha limite di interpretazione né di tonalità.
Per quanto riguarda la seconda, invece, la parte
psichedelica, troviamo voci effettate in modo tale da essere effimere e
inconsistenti – proprio come se ci trovassimo nello spazio – come in Betelgeuse,
dove questa si fa quasi solenne. Oppure troviamo l’intervento di suoni
sintetizzati ed atmosfere più rarefatte, di cui è ottimo testimone l’intro di
Kochab, al cui interno troviamo anche
quegli effetti, molto diffusi all’interno del disco, dati dal
sintetizzatore usato come se riproducesse i rumori di un radar, spaziale
appunto. Si può prendere anche la successiva Adhara dove, verso la fine del
pezzo, riusciamo addirittura a trovare un rallentamento dei tempi ed un
“abbassamento” di toni, con l’introduzione di suoni puliti ed effettistica
spaziale appunto. Anche se la più rappresentativa di questa componente è di
sicuro Polaris, dove non appare nemmeno una distorsione, dove il nostro
astronauta ci scrive di come ha galleggiato tra le stelle dopo mille peripezie,
e di come il suo corpo sia leggero nell’infinità.
La chicca si trova alla fine, nell’ultima delle 10
tracce, ovvero Rigel, la quale, narra la leggenda, vedrebbe la partecipazione
di Urlo e Poia degli Ufomammut. Infatti qui la struttura del pezzo assume un
andamento più lineare e meno “caotico”, le sonorità sono più pesanti e i ritmi
più cadenzati, mentre le distorsioni trovano un loro connubio con l’estro
psichedelico. Anche le tempistiche cambiano: mentre per tutto il disco abbiamo
avuto a che fare con pezzi di 3, massimo 4 minuti, qui i minuti di ventano più
di 10, mostrandoci la fine dell’universo stesso, un’esplosione…o forse il rombo
di un motore che torna ad atterrare sul proprio pianeta.
Devo dire che, più della musicalità che, come si
accennava in apertura, non si accosta molto agli ascolti usuali, considero l’idea
che sta dietro a questo lavoro molto apprezzabile: l’idea di fondere l’italiano
e l’inglese all’interno del titolo; l’idea del concept basato su una
fantomatica storia; l’idea di usare per i titoli delle canzoni dei nomi,
appunto, di stelle.
TRACKLIST
- Mirzam
- Sirius
- Betelguese
- Kochab
- Adhara
- Pherkad
- Sirius B
- Polaris
- Bellatrix
- Rigel
ANNO: 2012
LABEL: Supernatural Cat
WEB: Sito Ufficiale
I.C.O. - SIRIUS B