Un artista importantissimo per il genere ci svela un po' di curiosità su di lui e sui suoi nuovi progetti musicali! Date una lettura a questa bella intervista a Mark Greening realizzata da Peter Dul e Mari Knox Knox.
Facci un bel resoconto! Sei un nome importante nell’ambiente Stoner/Doom. Qualcuno potrebbe anche dire leggendario. Dicci, chi sono o quali sono le tue più grosse ispirazioni/influenze e cosa ti ha portato a voler suonare la batteria? Suoni altri strumenti?
M - Batteristi come Leith Moon, Ginger Baker e John Bonham. Batteristi che spiccavano se comparati con un sacco di batteristi dell’epoca che dovevano solo tenere il tempo e che non erano molto d’ispirazione. Cantavo in un gruppo scolastico e il batterista lasciava la batteria nel posto dove facevamo le prove e un giorno pensai semplicemente che avrei potuto provarci. Sembrava un buon modo per sfogare la rabbia. Riesco a suonare un poco tutti gli strumenti, quelli che ho preso in mano nel corso del tempo ma ho sempre preferito la batteria, anche se mi piace pure l’organo Hammond.
Non molti musicisti nel doom hanno cominciato subito dal doom, io per esempio ci arrivo con un background di grunge e classic rock ma nel corso degli anni ho trovato che il doom fosse la mia dimensione. Hai avuto un percorso simile o ti ci sei tuffato subito? Cosa ti piace di più del genere?
M - Il gruppo in cui suonavo a scuola era un gruppo heavy rock retrò. Tim e io eravamo davvero fissati coi Black Sabbath e per divertimento ne facevamo delle cover finché alla fine siam finiti a formare con Justin i Doom Chapter, che poi sono diventati gli Electric Wizard. Io non pensavo a quella musica come doom, era solamente la musica che stavo suonando. Non c’erano molti gruppi doom all’epoca, non era una cosa così diffusa, suonavamo solo quello che ci andava e ci siamo trovati in quel genere. Non ho mai pensato seriamente a che cosa mi piaccia del doom e non ho mai nemmeno ascoltato molto doom, ho solo suonato quello che mi piace suonare.
Hai anche un drum kit molto semplice ma tuttavia mostruosamente unico. Quei piatti sono giganteschi! Come degli ufo in miniatura lol! Cosa ti ha spinto a sceglierne di così grossi? e se puoi qual’è il tuo esatto setup? Hai dei marchi preferiti per la batteria e per il resto della strumentazione? (bacchette, piatti, meccaniche, ecc)
M - Mi piace solo avere tamburi e piatti grossi, sono più potenti e i piatti da 30” hanno un suono più forte e potente. Il kit è un Yamaha Stage Custom, con una cassa da 24”, un rack tom da 14”, un floor tom da 16” e un rullante della serie Mike Bordin. 2 piatti da 30”, un charleston da 18” e un china da 22”. Molta gente dice che Yamaha non sia poi così retrò ma la qualità dei tamburi è molto più durevole di altre che ho provato.
Ci sono alcune voci che riporterebbero che tu abbia messo su un nuovo progetto con Tim Bagshaw, tuo precedente compagno di band (nonché amico di lunga data) e con l’ex cantante di Napalm Death e Cathedral Lee Dorian. C’è del vero o sono solo desideri di qualche fan? In caso, puoi dire ai fan qualcosa di più?
M - Posso dire che ho messo su un gruppo nuovo con Tim, stiamo registrando in questo momento un album che suona davvero grandioso! Penso sia il miglior gruppo e il miglior album che io abbia mai fatto e penso anche che la mascella di qualcuno cadrà a terra.
Ci sono dei gruppi attuali di cui sei fan o che stanno attirando la tua attenzione? Diversi gruppi nuovi o in procinto di uscire stanno creando interesse con pesantezza e brutalità pazzesche. Molte di queste band sono fortemente influenzate dai tuoi gruppi passati Electric Wizard e Ramesses. Hai qualche preferenza?
M - No, ci sono un sacco di gruppi in giro al momento ed è difficile seguirli costantemente al giorno d’oggi. Personalmente non ascolto più molta musica nuova. Non è che i gruppi nuovi non meritino di essere ascoltati, solo non riesco più ad ascoltare molta musica e quando lo faccio, mi sembra di essere ancorato al passato. Probabilmente dovrei provare ad ampliare ma mi pare di non trovare mai il tempo per poterlo fare.
Per completare la domanda di prima. Ci sono gruppi nuovi o vecchi coi quali ti piacerebbe andare in tour in futuro?
M - No, in realtà non ci ho mai pensato.
Per quanto riguarda il comporre e il suonare, hai delle tecniche speciali che usi per stimolare i processi creativi? Oppure la macchina del tuono che tutti conosciamo come Mark Greening viene fuori naturalmente?
M - Dipende dai musicisti con i quali suono. Di solito si comincia con un sacco di jamming e si valuta se una cosa è buona o no. Se non trasmette la giusta sensazione o non suona bene, non va da nessuna parte.
Molti fan vorrebbero sapere questo. Guardandoti alle spalle, qual’è l’album nel quale sei stato coinvolto che ti piace di più? C’è una canzone che preferisci?
M - No, in realtà non ascolto la mia musica, a parte quando suoniamo dal vivo. Penso che sarò molto orgoglioso di questo nuovo album che sto facendo. Non ho ancora nemmeno ascoltato Time To Die, non mi hanno ancora pagato per la composizione e la registrazione dell'album e non mi hanno nemmeno fatto avere una copia.
Essere stato in due tra i gruppi doom più conosciuti ti avrà fatto vivere un sacco di situazioni controverse o momenti positivi nel corso degli anni, cose capitate durante concerti o semplicemente cose accadute nel tempo libero. Qualche bel ricordo o qualche storia buffa che vorresti condividere?
M - Abbiamo avuto un sacco di momento positivi e qualcuno negativo ma sfortunatamente non me ne ricordo molti.
Non è un segreto che sei un appassionato di cinema, prevalentemente del genere horror, ti andrebbe di dirci qualcosa a riguardo di come è nata questa passione e di come si è sviluppata negli anni? l’Italia e l’Inghilterra sono state entrambe fondamentali e apprezzate a livello mondiale nel periodo iniziale e intermedio del genere, perché secondo te non siamo stati in grado di perpetuare quel periodo grandioso?
M - Mi sono appassionato di film horror da ragazzino. Mi piaceva venire terrorizzato, penso che sia un mondo oscuro che ti porta in posti dove non potresti andare. Mi pare ci siano stati dei film horror davvero buoni recentemente, la maggior parte pare siano americani ma anche dall’Inghilterra c’è stato qualche buon film.
Sappiamo che hai anche una particolare devozione per il film “L’esorcista” al punto che hai collezionato anche diversi cimeli del film nel corso degli anni. Quando l’hai visto per la prima volta, che tipo di reazione hai avuto? fu amore a prima vista oppure è stato qualcosa che ti ha preso sempre di più giorno dopo giorno? Qual’è il cimelio di cui sei più orgoglioso?
M - Prima di aver davvero la possibilità di vederlo per la prima volta ero davvero esaltatissimo, perché i programmi televisivi che parlavano di film horror lo spingevano parecchio, c’erano anche un sacco di controversie che lo circondavano così come leggende e storie di cose accadute al cast e alla crew durante e dopo le riprese. Quando ebbi davvero la possibilità di vederlo, avevo 11 o 12 anni probabilmente, ricordo che ne restai un po’ deluso ma mi era restato il tarlo e dopo averlo visto una seconda volta qualche anno dopo, apprezzai davvero la sua malvagità e la sua unicità, specialmente a quel tempo. Ebbe un impatto enorme sul genere horror e tutt’ora è uno dei mie film horror preferiti di sempre. Sono un grande collezionista di tavole Ouija e ne ho una che fu realizzata all’inizio degli anni ’70, più o meno nello stesso periodo in cui veniva girato il film. Ho qualche bambola a dimensione reale di Regan e diverse statuine. Ho anche alcuni pezzi di pietra della scalinata di Georgetown (Washington DC) che si vede nel film.
Ritornando alla musica, qualche consiglio per i gruppi emergenti? Uno come te, con l’esperienza accumulata e una discografia composta da dischi straordinari deve avere qualche trucco o suggerimento per i giovani che stanno iniziando ora.
M - Continuate a provare, continuate a fare quello che vi va di fare e se c’è la passione e lo vorrete davvero, da qualche parte arriverete.
Che cosa possiamo quindi aspettarci da te per il futuro?
M - Un album strepitoso e una nuova band di cui sono felice di far parte.
Grazie di averci dedicato il tuo tempo per rispondere alle nostre domane. Siamo ansiosi di vedere cosa hai in serbo per noi. Take care and all the best!
Intervista realizzata da Peter Dul e Mari Knox Knox
Traduzione a cura di Giorgio Magalini
Intervista realizzata da Peter Dul e Mari Knox Knox
Traduzione a cura di Giorgio Magalini